Nasce dall'incontro casuale - se vogliamo credere al caso- di due semplici Donne che condividono l'ideale comune della riscoperta della Stregoneria, di ciò che è stata attraverso i tempi. Attingendo solamente dalle nostre esperienze dirette, dagli insegnamenti degli anziani e dai nostri studi su storia e mitologia. Cercheremo di esporre il nostro modesto pensiero senza la pretesa di ergerci a potenti e sapienti figure. Il nostro intento è pulito e schietto, così come lo sono la nostra pratica e il modo di vivere il sacro. Tale sarà anche il nostro atteggiamento verso coloro che vorranno tenerci compagnia. La speranza è quella di trovare altre Streghe o persone che condividano gli stessi ideali e che possano, perché no, contribuire al nostro progetto: riportare alla luce le Antiche Tradizioni, il senso di Comunità e il rispetto reciproco.

domenica 29 aprile 2012

Il Senso del Sacro

Avete presente quando sentite una voce urlare nel vostro profondo? Una voce che non riuscite a razionalizzare fino a che, improvvisamente, si manifesta un evento che spazza via la nebbia e finalmente “capite” e “vedete”?! Ecco è quello che mi è accaduto in relazione al “senso del sacro” ed è doveroso spiegare cosa significano queste due parole per me e per le mie pratiche. 
Vivendo in modo molto istintivo e impulsivo le mie esperienze, spesso mi è difficile capire subito cosa sto facendo, perché e cosa comporterà. Ogni volta che pensavo di aver incontrato qualcuno che poteva capirmi, che poteva vivere esperienze parallele e analoghe alle mie, provavo un forte senso di entusiasmo, una smania e un bisogno di raccontare, raccontare e chiedere all'interlocutore risposte. Quindi accadeva che mi trovavo a dire cose che non dovevo a persone che non lo meritavano perdendo mano a mano il mio senso del sacro. Disperdevo il valore di ciò che mi accadeva tirandomi clamorosamente la zappa sui piedi. Riflettevo in una notte come tante su come la società e l'essere umano siano involuti, a parer mio, e che per quanto ci si possa ribellare, bene o male, ne veniamo coinvolti tutti. 
Un tempo, per una Strega il segreto delle proprie pratiche era fondamentale e basilare; ma ora cosa è accaduto? Si ricerca disperatamente un proprio simile per poter condividere e spesso si rimane scottati e delusi perché c'è un senso di smarrimento globale. A mio avviso questo senso di smarrimento fa disperdere il senso del sacro. 
Ho vagato su molti siti e forum, ho incontrato e conosciuto svariate persone, ho creduto in certe persone, con la voglia , il desiderio e la speranza di poter condividere un percorso così bello e prezioso per poi rendermi conto che forse la solitudine è la soluzione migliore. Forse, dopotutto, l'introspezione e il silenzio sono gli ingredienti migliori per scalare le vette del proprio essere. 
Come senso del sacro intendo anche l'intimità con cui si vivono le proprie pratiche: è un momento in cui ci si mette a nudo, è il momento in cui la propria anima esce da quel guscio protettivo per presentarsi al divino. 

Dinka Lucifera 


Magia


Il senso del sacro è memoria. L' infanzia è il momento della nostra formazione emozionale. Belli o brutti che siano, quei ricordi diverranno gli archetipi delle nostre sensazioni. Come è possibile provare sentimento più intenso e più genuino di quello che ci sembra di aver provato a quel tempo? Niente pare più giusto di quel ricordo. Come se fossimo stati consapevoli, senza accorgercene, di una verità ineluttabile. Ed è proprio quella febbrile emozione che nasconde e rivela il sacro. La percezione del sacro è diretta, da ricercare nel contatto tra individuo e mondo, tra individuo e gruppo, tra individuo e se stesso non veicolata da libri e sentenze. 
Tuttavia i buoni insegnamenti possono aiutarci a sollevare il velo che impedisce questo contatto. Riscopriamo le parole di chi venne prima di noi, ma anche le azioni di chi ora è piccolo e vive in quest'attimo l'incomprensibile consapevolezza. 
Tutto ciò ci permetterà di riscoprire ciò che ci appartiene. Una sapienza assopita ma mai svanita. Una sapienza che è nostra per il solo motivo di essere qui e ora. Tutto il resto sono costruzioni. Costruzioni utili e inevitabili. Ma il sacro è contatto. Se il sacro non è a priori, il senso del sacro lo è. 

Ianara allo Specchio

La Strega

La strega si unge di olio profumato per trasformarsi in rapace. La strega vola sulla scopa. La strega si incontra con le Sorelle al Gioco. Non le tradirà mai: il segreto le unisce, come la gioia di venerare la Signora. La strega sa riconoscere le erbe e sa come usarle.

Pensate che siano cliché? Favole? Vi sbagliate. È tutto vero.
La strega è una donna che si spoglia dell'umanità quotidiana e trova dentro di se ciò che più fa paura, l'insospettabile oscuro, la ferinità più selvaggia e si ricopre di essa. La strega si libra sopra i limiti imposti, ma sotto quelli che ella stessa sceglie di imporsi. La strega viene da una comunità e ad essa torna: non c'è strega senza radici, senza famiglia, senza insegnamenti delle anziane; ogni strega cerca una sorella per gioire della gioia sottile che nessun altro potrebbe comprendere. La strega sa ascoltare senza parlare, sa che vi sono cose da dire e cose da tacere, il suo voto è il silenzio. La strega sa riconoscere le erbe e sa come usarle, conosce la terra, il cielo, il mare e i loro moti e si muove con essi.

Strega per me è sinonimo di un essere libero, selvaggio e indomabile.

Seguiamo una strada già segnata, continuiamo da dove le ave si fermarono, per vecchiaia, per stanchezza e perché ormai il mondo non lo capivano più. Molto è andato perduto ma le corrispondenze sono sopite dentro di noi: c'è chi lo scopre involontariamente e chi lo pretende. Dopotutto “l'uomo passa attraverso foreste di simboli che lo osservano con sguardo familiare”. I simboli vivono nel corpo della strega. Null'altro serve alla strega se non il corpo, le mani. Gesti ripetuti all'infinito. Le mani si muovono come quelle delle donne che ci precedettero. Come una ago che cuce una tela senza fine. Le mani la strega le tiene nella terra. Sempre. Le alza solo per portarle al naso e sentire l'odore di casa. Terra fertile o terra arida sarà sempre terra abitata. La strega non alza la testa al divino senza prima averla abbassata per ringraziare gli Spiriti. La strega non è né sorda né cieca. Cerca i segnali e agisce di conseguenza. Il vento saluta se si è nel posto giusto. Il corvo guida, se ci si è persi. Gli Dei sono il grande mistero. Compagni fedeli e nemici giurati. Mistero più grande è solo l'anima nostra.

Ianara allo Specchio


La stregoneria
Gustav Adolf  Spangenberg  (1828-91)
Hexenritt 1870.


Strega. Forse è una delle parole più mal interpretate e con mille definizioni dopo Lucifero.
Parlerò di quello che è per me - ed esclusivamente me - una Strega.
Prima di tutto amo questa parola, non vedo perché non dovrei usarla a causa dell'idea comune che associa sempre qualcosa di negativo a questa figura.
La Strega, uomo o donna che sia, è senz'altro una persona particolare; nata, vissuta e morta Strega. Io sostengo che non lo si possa diventare: ognuno di noi può avere delle caratteristiche, delle doti, ma non per questo possiamo affermare che il mondo sia pieno zeppo di Streghe.
L'essere Strega è un qualcosa che va ben oltre l'idea di aver poteri, di leggere il futuro, di volare con la scopa e via dicendo. Essere Strega è l'espressione, la matrice dell'anima di un essere vivente.
Personalmente, per quel che mi riguarda, ho incontrato pochissime Streghe che potrei riconoscere in mezzo a una folla, e le conto sulle dita. La sensazione che ho provato è stata davvero particolare.
Essere una Strega si riflette nel modo di vivere, di pensare, di amare, di odiare.

Strega per me è sinonimo di un essere libero, selvaggio e indomabile.

D'altra parte la Strega è una figura di un certo peso spirituale poiché il percorso che intraprende non è semplice, ma comporta una continua trasformazione, spesso dolorosa, spinta dalla ricerca di consapevolezza.
Conoscenza significa anche dolore, sacrificio e fatica.
La Strega non può essere una persona “leggera” e superficiale: spesso è selettiva poiché la sua sensibilità nei confronti del mondo è sopra la media. Comprendere certe cose porta a vedere oltre i limiti standardizzati e imposti, porta ad accusare un senso di disagio verso il mondo per come è diventato.

Dinka Lucifera